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Coronavirus

Primo caso di COVID-19 in Africa sub sahariana

È stato registrato in Nigeria il 28 febbraio il primo caso di COVID-19. Il paziente è un italiano arrivato il 25 febbraio. Le autorità assicurano che il paese è pronto ad affrontare l’emergenza

 

Svipop 01_03_2020

Il 28 febbraio la Nigeria ha denunciato il primo caso di COVIS-19, il terzo registrato in Africa e il primo in Africa sub sahariana, dopo quelli scoperti in Egitto e in Algeria, rispettivamente il 14 e il 25 febbraio. Il malato è un italiano partito dall’Italia e atterrato all’aeroporto internazionale di Lagos il 25 febbraio. Asintomatico ai controlli sanitari aeroportuali, il giorno successivo ha accusato i primi sintomi ed è stato ricoverato. L’uomo lavora nello stato di Ogun, a circa 100 chilometri da Lagos. Le autorità nigeriane in una corsa contro il tempo stanno cercando di individuare tutti i passeggeri dell’aereo con il quale il paziente ha viaggiato e le persone entrate in contatto con lui in Nigeria. Il direttore del Centro nazionale di controllo delle malattie, Chikwe Ihekweazu, ha dichiarato che la Nigeria è pronta: “abbiamo affrontato con successo Ebola, trattiamo altre epidemie continuamente e stiamo proprio in questo momento occupandoci di una epidemia di febbre di Lassa. Disponiamo di una squadra abituata a farlo”. La rapidità con cui il caso è stato individuato e trattato dai medici lo dimostra: “si sono mesi in contatto con noi subito non appena hanno saputo che arrivava da Milano, hanno raccolto un campione, hanno effettuato un test e hanno isolato il paziente in una struttura di Lagos specializzata in malattie infettive. Il tutto in 48 ore dall’arrivo dell’uomo mentre in altri paesi, ad esempio l’Iran e l’Italia, nel momento in cui il primo caso è stato isolato, il malato aveva avuto contatti molto diffusi”. Il direttore del Centro ha aggiunto che secondo lui i controlli non sono un metodo infallibile perché il virus ha un periodo di incubazione di quattro o cinque giorni. Il ministro della sanità, Osagie Emmanuel Ehanire, dopo la scoperta del primo caso, ha esortato la popolazione a non farsi prendere dal panico e a evitare di diffondere notizie false: “non bisogna esagerare con i social media e contribuire a diffondere false informazioni che possono causare timore e panico”. Tuttavia l’Oms si è detta preoccupata. Una delle raccomandazioni è lavare spesso le mani con acqua e sapone. Ma la Nigeria ha quasi 200 milioni di abitanti il 42 per cento dei quali non dispongono di che lavarsi regolarmente. Inoltre il 25 per cento della popolazione non ha accesso all’acqua.