Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
EUROPA

Polonia, i comunisti non se ne sono mai andati dai posti di comando

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Il presidente del Sejm (la Camera bassa del Parlamento) dal 13 novembre è Włodzimierz Czarzasty, membro dell'ex partito unico comunista polacco. La transizione verso la democrazia è incompleta: ai comunisti è stata promessa l'impunità.

Esteri 21_11_2025
Włodzimierz Czarzasty (al centro)

Secondo l'accordo di coalizione attualmente al governo in Polonia, il leader del partito “Polonia 2050” doveva ricoprire la carica di presidente del Sejm (la Camera bassa del Parlamento) fino al 13 novembre 2025, per poi essere sostituito dal co-presidente della Nuova Sinistra, Włodzimierz Czarzasty. La seconda carica di stato passa in mano ad un comunista.

Czarzasty entrò nel partito comunista polacco (in Polonia il partico comunista si chiamava il Partito Unito dei Lavoratori - PZPR) nel 1983, nei temi bui del regime militar-comunista di Jaruzelski. Militava anche nelle organizzazioni studentesche legate al regime. Dopo la svolta del 1989 e la dissoluzione del partito comunista entrò nell’Alleanza della Sinistra Democratica, l’erede del partito comunista con la stessa gente dentro ma con il nome rassicurante: “democratico”. Per di più questo uomo è stato coinvolto in uno dei più grandi scandali di corruzione conosciuto come scandalo “Rywingate”.

Quando parliamo della svolta democratica nella Polonia nell’anno 1989 bisogna ricordare che a tale svolta portarono i patti detti della Tavola Rotonda. Si tratta di negoziati condotti dal 6 febbraio al 5 aprile 1989 da rappresentanti delle autorità del regime comunista, dell'opposizione democratica e degli osservatori in rappresentanza della Chiesa cattolica e della Chiesa evangelica. Sicuramente fu uno degli eventi più importanti nella storia recente della Polonia, che segnò l'inizio della trasformazione politica della Polonia, comprese le elezioni parzialmente libere per il Sejm (la camera bassa del Parlamento). Ma i patti garantivano ai membri della nomenclatura comunista, compresi i servizi segreti e l’apparato giudiziario per decenni al servizio del regime, l’impunità. Per questo motivo per tanti storici la Tavola Rotonda fu un tradimento nazionale della Polonia e determinò il predominio dei comunisti e dei filo comunisti nella neonata III Repubblica Polacca. Impedì anche la punizione dei crimini comunisti e il processo di decomunistizzazione. Per di più, permise alla vecchia nomenclatura comunista di appropriarsi delle proprietà dello Stato polacco, lasciando anche al potere occulto i vecchi servizi segreti, incluso il Servizio Informazioni Militari (WSI), che non erano mai stati sottoposti a verifiche prima del governo Kaczyński.

La nomina alla seconda carica dello Stato in Polonia ad un comunista (anche se lui nega che ci sia stato il comunismo in Polonia) come Czarzasty è qualcosa di simbolico e potremmo dire che mostra in modo evidente il “gattopardismo” dei comunisti polacchi: accettarono la cosiddetta “svolta democratica” e i cambiamenti solo in apparenza, sapendo che in questo modo avrebbero potuto mantenere la ricchezza, i privilegi e anche il potere.

"Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Chi non conosce questa frase rivolta al principe Fabrizio da suo nipote Tancredi nel romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E questa frase si può accreditare benissimo ai comunisti polacchi che nel 1989 fecero questa manovra gattopardesca. Oggi magari possiamo illuderci che il comunismo è crollato, ma i comunisti stanno bene, anzi benissimo.