Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santi Adamo ed Eva a cura di Ermes Dovico
LETTERA APERTA

L'appello: non dimenticate i prigionieri italiani in Venezuela

Maria Livia Vasile, moglie di Biagio Pilieri, e Marien Padilla, moglie di Daniel Echenagucia, entrambi prigionieri nel Venezuela, hanno scritto un appello al Papa e alle massime cariche dello Stato italiano. I loro mariti rischiano di morire, innocenti nelle galere di Maduro.

Attualità 24_12_2025
Biagio Pilieri

Non tutti gli italiani avranno la fortuna di trascorrere un Natale sereno, a casa, in compagnia dei propri famigliari. Ben tredici italiani e italo-venezuelani con doppia cittadinanza soffrono nelle galere del regime di Maduro e di loro sappiamo pochissimo. Il governo Meloni si sta occupando praticamente solo di uno di loro, il cooperante Alberto Trentini, senza per altro riuscire a ottenere la sua scarcerazione. Gli altri, tutti con doppia cittadinanza, non sono figli di un Dio minore, ma sono stati dimenticati da tutti, media e istituzioni. Per questo Maria Livia Vasile, moglie di Biagio Pilieri, e Marien Padilla, moglie di Daniel Echenagucia, entrambi prigionieri nel Venezuela, hanno scritto un appello accorato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e a Papa Leone XIV, per riaccendere l’attenzione sulla sorte dei loro mariti.

«In questi giorni in cui l’Italia si prepara a celebrare il Natale – si legge nella missiva - vi chiediamo di non permettere che i nostri mariti trascorrano un secondo Natale in isolamento, lontani dall’abbraccio delle loro famiglie, senza l’amore dei loro figli, senza la vicinanza di chi li attende. Vi chiediamo di non lasciarli soli di fronte alla malattia, all’abbandono e al rischio di morte.

«Nelle carceri venezuelane si muore. Questa affermazione non è retorica: è un fatto recente e dolorosamente concreto. Il 6 dicembre scorso è morto Alfredo Díaz, ex governatore dello Stato di Nueva Esparta – scrivono le mogli dei prigionieri - Alfredo era detenuto nella stessa cella di Biagio Pilieri. Biagio è stato testimone diretto del suo deterioramento e del suo abbandono».

Biagio Pilieri, giornalista e politico italo-venezuelano, originario di Ragusa, arrestato perché oppositore del regime socialista di Maduro, versa in condizioni di salute che necessitano di una continua attenzione medica. Un’attenzione e una cura che nelle carceri venezuelane manca. «È stato arrestato arbitrariamente il 28 agosto 2024 a causa del suo sostegno all’opposizione democratica e della sua attività nel campo dell’informazione. Ha 60 anni e soffre di ipertensione, fibromialgia, sindrome del colon irritabile, gravi degenerazioni ossee della colonna vertebrale e delle ginocchia, patologie gastrointestinali severe e altre malattie croniche che richiedono controlli medici costanti. Nonostante ciò, è detenuto in totale isolamento presso l’Helicoide, senza un’adeguata assistenza sanitaria e senza garanzie giudiziarie. La sua salute è fragile e la sua vita è in reale e immediato pericolo».

Daniel Echenagucia, imprenditore italo-venezuelano, originario di Avellino, «è stato arrestato illegalmente insieme alla sua famiglia il 2 agosto 2024 e successivamente sottoposto a sparizione forzata per diverse settimane. Attualmente è detenuto nel carcere di Rodeo I, lo stesso in cui si trova Alberto Trentini, un altro prigioniero politico italiano, in condizioni estreme di isolamento. Daniel ha perso oltre 18 chili, soffre di asma, disturbi metabolici e di un grave deterioramento fisico e psicologico, aggravato dall’insalubrità della cella e dalla mancanza di cure mediche».

Cosa sta facendo il governo italiano per salvare le loro vite? Troppo poco, per non dire nulla, secondo Marinellys Tremamunno, fondatrice e presidente dell’associazione “Venezuela: la piccola Venezia”. «Il ministro degli Esteri Antonio Tajani non ha mai dato informazioni neppure su chi siano gli italiani incarcerati in Venezuela e sulla loro situazione – spiega alla Bussola - Quando ha detto qualcosa alla stampa è sempre rimasto sul vago e se si conosce la situazione di alcuni dei prigionieri è solo perché la loro famiglia, esasperandosi, ne parla. Così è successo nel caso di Alberto Trentini, ad esempio». Il confronto con altre realtà ci permette di capire quanto potrebbe fare anche il nostro governo. E quanto poco stia facendo, attualmente. Non solo Donald Trump è riuscito a liberare i prigionieri venezuelano-statunitensi, ma anche la vicina Francia: «È evidente che il nostro governo non fa abbastanza, altri paesi europei sono riusciti a far liberare i loro cittadini, il caso più recente è quello francese, invece l’Italia non ha ancora raggiunto nessun risultato…».

Anche Tremamunno rivolge il suo appello al governo Meloni perché «la questione non sia più sottovalutata: gli italiani arrestati in Venezuela corrono veramente il rischio di morire. E il governo italiano ha la responsabilità di fare tutto il possibile per garantire la vita di queste persone, anche di quelli che hanno doppia cittadinanza. Quindi non solo Trentini, perché avere la doppia cittadinanza non significa essere meno italiani. Infatti il francese liberato è anche cittadino cileno e ugualmente la Francia ha fatto di tutto per la sua liberazione».