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POLEMICA

Il re degli iettatori suggerisce al Papa

Il tuttologo Giovanni Sartori "anticipa" il suo sermone antinatalista per dire al Papa ciò che la prossima enciclica sull'ambiente deve dire: incoraggiare la contraccezione, cancellando l'enciclica Humanae Vitae di Paolo VI.

Creato 17_05_2014
Sovrappopolazione

Ora abbiamo la prova definitiva degli sconvolgimenti climatici: il classico sermone antinatalista e vagamente iettatorio sul Corriere della Sera del tuttologo Giovanni Sartori, che da anni ci funestava le vacanze ogni santo 15 di agosto, quest’anno ha colpito con tre mesi di anticipo, il 16 maggio. Ed è stato uno degli uragani più forti mai registrati; addirittura ha suggerito a papa Francesco quelle due-tre cose che dovrebbe scrivere sulla Enciclica in preparazione che – ha saputo Sartori – sarà «”verde”, vale a dire una enciclica che condanna la crescente scomparsa delle zone vergini della Terra, sempre più erose dalla cementificazione dell’uomo».

Infatti, dice Sartori, siamo sette miliardi e nel giro di qualche decennio arriveremo a dieci miliardi, un numero spaventoso. «Dove li mettiamo?», si chiede e ci chiede angosciato colui che non ha la minima probabilità di vivere in un mondo da dieci miliardi di abitanti. E’ una domanda che non può essere elusa, proviamo quindi a rispondere facendo qualche conto e immaginando una situazione ideale.

Dunque, dieci miliardi di persone: diciamo che mediamente consideriamo nuclei familiari da quattro persone (per difetto: da noi la media è più bassa ma in tanti paesi è molto più alta); quindi serviranno 2 miliardi e mezzo di abitazioni. E diciamo che vogliamo che tutti stiano bene, in casette indipendenti circondate da giardini e orti: mille metri quadri a nucleo familiare, mica quei palazzoni anonimi e quei formicai – come li chiama Sartori – che sono le nostre metropoli.
Quanto spazio ci vorrà dunque per sistemare tutte queste abitazioni con relativi giardini e orti? Se la matematica non mi inganna ci vogliono 2,5 milioni di kilometri quadrati. Ma dobbiamo essere realisti: ci vogliono strade, piazze, edifici pubblici, negozi, infrastrutture varie. Diciamo che per stare larghi dobbiamo almeno calcolare una superficie altrettanto vasta: 2,5 milioni di km2 più altri 2,5 milioni fanno in tutto 5 milioni di km2. Dove troveremo tanto spazio?

Prendiamo gli Stati Uniti: hanno una superficie di 9,83 milioni di km2. Incredibile: solo gli Stati Uniti hanno una superficie doppia. Vale a dire che quei dieci miliardi di persone che verranno potranno tutte accomodarsi in metà degli Stati Uniti e usare l’altra metà per l’agricoltura e l’allevamento. Così potremo lasciare gli altri 140 milioni di km2 di terre emerse ai nipoti di Sartori. Basteranno? Speriamo di sì.

E così speriamo di aver un po’ tranquillizzato il nostro amico. Ma certo, le preoccupazioni non finiscono qui. Anche perché soprattutto in Africa la gente se ne frega del problema della sovrappopolazione e fa figli in quantità industriale. Qui, ha saputo Sartori, «ci sono punte di nascite fino a 40 figli». Probabilmente il nostro editorialista ha preso a frequentare compagnie di burloni che gli raccontano chissà cosa.

Il Guinness dei primati ci racconta infatti che il record di nascite di una sola donna appartiene a una contadina russa del 1700 con 69 figli, ottenuti con 27 gravidanze: 16 parti gemellari, 7 trigemini e 4 quadrigemini (vista la tragica situazione demografica oggi in Russia, Putin avrebbe bisogno di donne così). Molto più recentemente, nel 1983, c’è stata una donna cilena che dichiarava di aver avuto 58 figli, ma poi si è scoperto che veramente suoi erano 16, gli altri li aveva presi da altre famiglie o tirati su dalla strada per avere aiuti economici dal governo. Attualmente invece pare che il massimo di gravidanze sia di 18, appartenente a una donna rumena che vive in Canada. Insomma, questa storia di donne africane che fanno 40 figli a testa è chiaramente una bufala: Sartori se la prenda con chi gliel’ha raccontata e si tranquillizzi un po’.

Impossibile, direte voi, e in effetti è così: perché comunque la popolazione cresce, «una follia che potrebbe e dovrebbe essere controllata». Ma cosa sarà che impedisce di fare la cosa giusta? Indovinato, la Chiesa cattolica. Più precisamente quel papa Paolo VI che «con l’enciclica Humanae Vitae ha condannato l’uso dei contraccettivi». Ovviamente le altre religioni e i protestanti se ne sono fregati, ci informa Sartori, invece i cattolici si sa come la pensano: appena il Papa dà una indicazione morale, tutti lì a obbedire. E giù figli. Non solo: «La Chiesa di Roma, con l’appoggio dei Paesi sudamericani e dei potentissimi cattolici americani, ha bloccato perfino la politica della contraccezione sia alle Nazioni Unite sia e soprattutto in Africa (dove gran parte delle missioni sono cattoliche)».

Non so dove sia stato Sartori negli ultimi anni, ma dovrebbe spiegarci quando è successo che sia stata bloccata la politica della contraccezione alle Nazioni Unite e anche in Africa. Dopo la Conferenza del Cairo (1994) i fondi internazionali per il controllo delle nascite si sono moltiplicati esponenzialmente. E ci sono intere agenzie dell’Onu che investono immani risorse nella contraccezione, per non parlare dell’Unfpa (il Fondo per la Popolazione) che in pratica esiste solo per questo e l’aborto. Peraltro è la stessa Unfpa a dirci che mediamente nel mondo il 64% delle donne usa metodi contraccettivi: percentuale che sale al 71 per i paesi più sviluppati e scende a un pur sempre ragguardevole 63 per i Paesi in via di sviluppo. Più indietro ci sono i paesi più poveri (38%) e in particolare l’Africa sub-sahariana dove comunque a usare metodi contraccettivi sono il 28% delle donne in età fertile, quasi una su 3. Se poi andiamo a vedere i singoli paesi troviamo che tra quelli con la maggior popolazione cattolica Capo Verde registra un diffusione di contraccettivi del 61%, il Lesotho del 47%, il Congo del 45%, l’Uganda del 30%. Figurarsi cosa sarebbe accaduto se la Chiesa non avesse bloccato la politica della contraccezione.

Piuttosto bisognerebbe ricordare che invece sono stati proprio i disumani programi di controllo delle nascite a provocare in Paesi in via di sviluppo (a cominciare dalla Cina e dall'India) squilibri demografici e fenomeni criminali che costituiscono la più grave minaccia alla pace nel prossimo futuro.

Resta il fatto però che se solo Paolo VI avesse dato retta ai teologi che, dice l’informatissimo Sartori, gli avevano ben detto che «la dottrina cattolica non forniva nessun sostegno alla tesi di Humanae Vitae», oggi il mondo sarebbe diverso. E siccome anche san Tommaso – e qui Sartori fa pure il teologo – era contro l’aborto ma a favore della contraccezione, tocca per forza a Papa Francesco togliere di mezzo questa benedetta Humanae Vitae.

Sì, è vero qualcuno dice che un Papa non può contraddire ciò che hanno sostenuto i papi precedenti, ma Sartori ci rassicura che invece – catechismo alla mano – si può fare (del resto il cardinale Kasper vorrebbe fare anche di peggio). Anche perché qui c’è da salvare il “verde” della Terra, «la natura vera» dalla minaccia mortale del «formicaio umano», che se continua così tempo dieci anni e sarà la catastrofe climatica.

Insomma, oggi al Papa toccherebbe salvare la natura da quell’uomo che Gesù era giusto venuto a salvare duemila anni fa. Se cercavate il preludio alla fine del mondo questo sembra proprio quello giusto.