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Contro la famiglia

I danni che provocherà la legge sul Gender di Macron

Una legge sul Gender, un testo talmente generico che finirebbe per punire, potenzialmente, chiunque difenda la distinzione biologica fra uomo e donna. E Macron la sponsorizza.

Gender Watch 11_10_2021

Macron senza limiti in vista delle elezioni presidenziali del prossimo aprile 2022 e della presidenza di turno francese del Consiglio Europeo (gennaio-giugno 2022). Dopo l’assalto alla libertà di educazione delle scorse settimane, ora tenta di imporre l’ideologia gender e di punire credenti, genitori e difensori della sessualità biologica. L’obiettivo? L’ ‘uomo nuovo’ repubblicano. Il nemico? I genitori, gli amanti della realtà e i diritti di  libertà di pensiero e religione.

Mercoledi 5 ottobre, l’Assemblea dei Deputati francesi ha adottato il progetto di legge n°4021 "che vieta le pratiche volte a modificare l'orientamento sessuale o l'identità di genere di una persona”. Il testo, proposto dal partito LREM di Macron, ha diviso l’Assemblea, non perché ci si oppone alle terapie di conversione, unanimemente condannate, ma perché include l'identità di genere ed "impedirebbe il trattamento [in particolare psicoterapeutico] dei minori che soffrono di disforia di genere”. L'intenzione originale del testo era quella di combattere e vietare le "terapie di conversione" come "esorcismi, ritiri, corsi di guarigione, sessioni di umiliazione, ipnosi, trattamenti di elettroshock, prescrizione di ansiolitici, antidepressivi, iniezioni di ormoni, o anche matrimoni forzati, sequestro, privazione di cibo, percosse e stupri, e persino escissione". I deputati di maggioranza, liberali di Macron e sinistre, hanno invece volutamente adottato un testo vago, un testo di legge di soli tre articoli che prevede pene severe per chiunque svolga “pratiche, comportamenti o dichiarazioni ripetute volte a modificare o reprimere l'orientamento sessuale o l'identità di genere di una persona, reale o presunta e che hanno l'effetto di alterare la sua salute fisica o mentale sono punibili con due anni di reclusione e una multa di 30mila euro.

Gli atti menzionati nel primo paragrafo sono punibili con tre anni di reclusione e una multa di 45mila euro quando sono commessi:…A danno di un minorenne, o quando un minore era presente al momento degli atti e ne è stato testimone; da un ascendente o da qualsiasi persona che abbia autorità di diritto o di fatto sulla vittima; su una persona la cui particolare vulnerabilità o dipendenza, dovuta alla sua età, malattia, infermità, deficienza fisica o mentale, gravidanza o precaria situazione economica o sociale, è evidente o conosciuta dall'autore del reato; da più persone che agiscono come esecutori o complici; attraverso l'uso di un servizio di comunicazione pubblica online o attraverso un mezzo digitale o elettronico”. Ergo, tutti coloro che credono nel sesso biologico, vogliano presentarne le ragioni e desiderino aiutare le persone in difficoltà a riscoprire la bellezza del proprio sesso naturale, rischiano multe e carcere.

Perciò, l'associazione ‘Juristes pour l'enfance’ (Giuristi per l'infanzia) ha denunciato che il testo "potrebbe avere conseguenze catastrofiche, in particolare per i bambini e gli adolescenti che sono preda dubbi legati al loro sesso". Il progetto di legge si oppone a "qualsiasi comportamento che metta in discussione l'orientamento sessuale e l'identità di genere, come se queste nozioni fossero stabili e chiare, mentre la realtà è molto più complessa". In concreto, i genitori "dovranno lasciare che le loro figlie quattordicenni si facciano asportare completamente e per sempre il seno, senza poterne discutere con loro, pena la revoca della loro autorità parentale"; gli psicologi "dovranno lasciare che i giovani in pena si rivolgano agli ormoni, senza osare esplorare le cause del loro malessere per paura di rischiare la prigione se si ritiene che abbiano represso l'identità di genere dei loro giovani pazienti?”, si chiedono allarmati i giuristi.  Allo stesso modo, l'’Osservatorio della Sirenetta’, un gruppo di medici, psicologi, psichiatri e psicoanalisti che lavorano con i bambini, si preoccupa del fatto che il testo non "distingue tra minori e adulti, mentre le conseguenze della messa in discussione del genere non sono le stesse…Uno psichiatra che vuole essere prudente quando lavora sul malessere di un bambino e si rifiuta di emettere una prescrizione troppo rapidamente potrebbe essere incriminato…vogliamo accogliere questi bambini e lasciarli maturare prima di intervenire medicalmente".

La protesta di questi esperti laici era stata pubblicata anche su ‘L’Express’ lo scorso 22 Settembre. Il testo di legge, che potremmo ribattezzare ‘legge pro gender’ e sul quale il Governo Macron ha chiesto la procedura d’urgenza, potrebbe essere votato definitivamente prima della fine della legislatura. In un clima elettorale presidenziale che va scaldandosi, il neo candidato alla presidenza e giornalista Éric Zemmour, in forte crescita di popolarità e nei sondaggi, non ha mancato di polemizzare sulla deriva LGBTI presa da Macron. Zemmour che aveva già  aspramente criticato il Ministro dell'Educazione Nazionale, Jean-Michel Blanquer, per la pubblicazione, venerdì 1 ottobre, di una circolare per accogliere meglio i bambini transgender nelle scuole e proteggere i loro diritti (uso dei bagni, nomi di battesimo o auto-attribuitisi etc.), ha accresciuto le sue critiche verso il governo Macron, definendolo un giocattolo delle lobbies LGBTI. Macron per l’ennesima interpreta l’‘illiberalismo totalitario' a danno di bambini, genitori e libertà educative, sociali e religiose.