I 95 anni del card. Simoni, sopravvissuto al regime comunista
Un traguardo che l'anziano porporato non avrebbe mai potuto immaginare nei lunghi anni trascorsi tra carcere e lavori forzati.
Il 18 aprile 1928 nasceva a Troshan, in Albania, Ernest Simoni. Oggi compie 95 anni da cardinale di Santa Romana Chiesa e non avrebbe mai pensato di arrivare a questo traguardo nei lunghi anni trascorsi tra carcere e lavori forzati per ordine delle autorità comuniste nel suo Paese.
Per l'occasione il porporato ha ricevuto una lettera del Santo Padre, mentre domenica scorsa ha celebrato la Messa nel carcere di Volterra. Esperienza, quella della detenzione, per lui fin troppo familiare, subita non in nome della giustizia ma dell'ingiustizia di una dittatura che voleva fare tabula rasa di tutto ciò che avesse vagamente a che fare con la religione. Simoni fu arrestato nel 1963 e liberato nel 1981, ma solo con la caduta del regime poté uscire dalla clandestinità ed esercitare liberamente il suo ministero (dopo aver lavorato nelle fogne di Scutari in quanto considerato "nemico del popolo" anche a pena già scontata). Ministero però mai cessato neppure nelle peggiori condizioni.
«Durante i giorni drammatici dolorosi della mia prigionia non avrei immaginato di arrivare a questa veneranda età. Ogni giorno poteva essere l’ultimo», sono le parole del cardinale riportate da La Nazione. «Ogni momento pensavamo che non avremmo potuto rivedere di nuovo il sorgere del sole. E invece il Signore ci ha donato una nuova alba, ha spezzato le catene della prigionia e dell’oppressione e siamo riusciti con il suo aiuto a riaprire le chiese». E chissà che il sorgere di questa nuova alba non sia stato propiziato anche da quelle Messe che il detenuto Simoni celebrava di nascosto, ingegnandosi a procurarsi pane e vino per offrire il Sacrificio di Cristo nell'anticamera dell'inferno.