Haiti non è "l'isola perduta". Costantino Pistilli risponde
L'ambasciatore di Haiti in Italia, Gandy Thomas, ci scrive a proposito dell'articolo di Costantino Pistilli "Dèyè mòn, gen mòn": Haiti isola perduta, dal caos al colera". L'autore risponde.
Egregio Dott. Pistilli,
Ho letto con grande attenzione il Suo articolo dedicato ad Haiti e desidero anzitutto ringraziarLa per l'interesse dimostrato verso un Paese che, al di là dei cliché e delle tragedie, rappresenta da oltre due secoli la dignità di un popolo libero e la forza della sua resilienza.
Le difficoltà che Haiti attraversa sono reali. Tuttavia, sarebbe riduttivo - e inesatto - interpretarle esclusivamente come il risultato di un caos interno.
La realtà è ben più complessa: il Paese è oggi teatro dell'azione destabilizzante di una criminalità organizzata transnazionale che sfrutta le sue vulnerabilità geografiche e istituzionali.
Potenti reti di traffico di armi, di droga, di esseri umani e, in alcuni casi, di organi utilizzano il territorio haitiano come zona di transito e di occultamento, alimentando la violenza e indebolendo le istituzioni statali.
Ignorare questa dimensione globale significa privarsi della chiave interpretativa essenziale della crisi haitiana. Numerose organizzazioni internazionali e ONG condividono questa analisi e lavorano attivamente per smantellare questi circuiti criminali che superano di gran lunga i confini nazionali.
Di fronte a tali sfide, il Governo di Haiti agisce con determinazione, in stretta collaborazione con la comunità internazionale: riforma del settore della sicurezza, risposta sanitaria contro il colera, programmi di resilienza rurale e rilancio della produzione agricola con il sostegno della FAO, dell'OMS, del PAM, dell'Unione Europea e di diversi partner bilaterali.
Haiti non è un'“isola perduta”. È una nazione ferita ma in piedi, consapevole delle proprie difficoltà e risoluta nel superarle.
Sono convinto che un giornalismo responsabile - come quello che Lei pratica - possa contribuire a far conoscere questa altra Haiti: quella del coraggio, della solidarietà e della ricostruzione.
La ringrazio per l'attenzione e Le porgo i miei distinti saluti.
Gandy Thomas
Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario
della Repubblica di Haiti presso la Repubblica Italiana
Eccellenza,
desidero esprimerLe i miei più sentiti ringraziamenti per la preziosa attenzione dedicata alla lettura del mio articolo e per avermi gentilmente contattato. Mi ritengo sinceramente lusingato.
Ci tengo a precisare che il mio intento era quello di riportare l’attenzione su una situazione purtroppo dimenticata, di cui raramente si sente parlare nei telegiornali o nei media mainstream. Ho voluto offrire un mio umile contributo, raccogliendo e mettendo in ordine dati e informazioni pubblicati da autorevoli organismi internazionali, dai quali emerge purtroppo un quadro non incoraggiante.
Riconosco tuttavia la straordinaria resilienza del popolo haitiano, che ha saputo superare prove durissime — dal terremoto all’epidemia di colera. Il proverbio Dèyè mòn gen mòn rappresenta per me questa forza: la consapevolezza che la vita è una successione di sfide continue, da affrontare con coraggio e positività. Ma restano sfide.
Il mio articolo intendeva soffermarsi su queste sfide e sulle criticità che Haiti sta ancora vivendo, con l’auspicio che parlarne possa contribuire a una maggiore consapevolezza.
La ringrazio ancora per la preziosa attenzione.
Costantino Pistilli

