Galileo e i trans
Galilei scrisse: «I nomi e gli attributi si devono accomodare all’essenza delle cose, e non l’essenza ai nomi». Applichiamo questa regola al transessualismo.
«I nomi e gli attributi si devono accomodare all’essenza delle cose, e non l’essenza ai nomi». Parola – è proprio il caso di dirlo – di Galileo Galilei scritta nella Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti del 1613. Galilei era un accademico della Crusca.
Proviamo ad applicare quanto detto da Galilei al transessualismo. Come definire il transessualismo? Dando retta a Galilei siamo obbligati a dire: è un uomo. Infatti il termine “uomo” si accomoda all’essenza della cosa oggetto di definizione. Il termine individua ed esplicita la sua essenza. Ne riconosce l’essenza. Per il transessualismo, come per il nominalismo, invece capita l’opposto. Come indicato da Galilei si vuole che l’essenza “uomo” si accomodi al nome “donna”. Ma questo non è possibile.

