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SENTENZA

E adesso arriva l'assegno lesbico di mantenimento

Gesuino sposa Maria. I due poi si separano. Il marito vuole addebitare alla moglie la separazione perché è venuta meno ai suoi doveri coniugali e non vuole pagarle l’assegno di mantenimento. A dire del marito, «la signora si era semplicemente stancata di comportarsi da moglie fedele e da madre preferendo accompagnarsi ad altre donne». Ma i giudici non la pensano così e decidono diversamente.

Famiglia 07_05_2015
Arriva l'assegno di mantenimento lesbico

Gesuino sposa Maria. I due poi si separano. Il marito vuole addebitare alla moglie la separazione perché è venuta meno ex lege ai suoi doveri coniugali e conseguentemente non vuole pagarle l’assegno di mantenimento, così come la legge consente di fare. Perché la donna sarebbe venuta meno ai suoi doveri di moglie? Perché, a dire del marito e così come riportano i giudici di Cassazione, «la signora nonostante il rapporto non fosse in crisi, si era semplicemente stancata di comportarsi da moglie fedele e da madre preferendo accompagnarsi ad altre donne con cui intratteneva relazioni omosessuali». 

Da notare che il pregiudizio subito dai figli proveniente dalla condotta del genitore e l’infedeltà coniugale sono i primi criteri che il giudice deve tenere in considerazione per valutare l’esistenza della mancata soddisfazione dei doveri coniugali. E qui abbiamo un comportamento omosessuale fedifrago e una condotta omosessuale della madre che può eccome provocare simile pregiudizio a danno della prole. Insomma, a motivo dell’omosessualità della donna questa non si comportava da brava moglie. Giusto dunque l’addebito della separazione e il rifiuto di continuare a pagarle l’assegno di mantenimento. E dunque il giudice di primo grado dà ragione al marito, non così il tribunale di appello. La vertenza finisce presso la Prima sezione civile della Corte di Cassazione la quale, in una sentenza depositata il 29 aprile scorso, conferma la decisione dei giudici di appello argomentando così. In primo luogo, il marito si deve prendere cura del coniuge separato perché questa lavorava in nero e quindi non è tutelata dalla legge. E così pare che i giudici chiedano di tutelare oltre al lavoratore irregolare anche il lavoro in nero.

In secondo luogo, continua la sentenza, la separazione non può essere addebitata alla donna perché lei se ne era andata anche perché omosessuale. Per usare le parole dei giudici, la separazione non trova colpa nella donna «attesa la ancor maggiore evidenza dell’intollerabilità della convivenza matrimoniale per una persona omosessuale» Quindi l’omosessualità della lei di coppia non solo non è un motivo di addebito, ma al contrario è motivo giustificante la separazione. Il giochino messo in campo dalla Cassazione, giochino non nuovo, è il seguente. Se si verifica prima «l’intollerabilità della convivenza» tu sei poi giustificato a venire meno ai tuoi doveri coniugali, perché ormai di fatto il matrimonio è bello che è morto. Se invece vieni meno ai tuoi doveri e questa tua condotta provoca l’intollerabilità della convivenza e quindi la separazione, sei colpevole della separazione e non meriti l’assegno di mantenimento. È l’indovinello della gallina e dell’uovo in versione giuridica.

I giudici di Cassazione citando i loro colleghi in una sentenza del ’92 così scrivono: «Ove tale situazione d'intollerabilità si verifichi, anche rispetto ad un solo coniuge, deve ritenersi che questi abbia diritto di chiedere la separazione: con la conseguenza che la relativa domanda, costituendo esercizio di un suo diritto, non può costituire ragione di addebito». In breve, tu signora Maria non ne potevi più di stare con tuo marito Gesuino anche perché avevi cambiato orientamento sessuale e perciò hai tutto il diritto di abbandonare lui e i tuoi figli e nessuno può venirti a chiedere alcunchè. Quindi marito e moglie devono rispettare i doveri coniugali finchè se la sentono? Sì, ci dice la Cassazione perché i tempi sono cambiati. «In una doverosa visione evolutiva del rapporto coniugale», così scrivono i giudici, tale rapporto deve essere «ritenuto, nello stadio attuale della società, incoercibile e collegato al perdurante consenso di ciascun coniuge». Insomma, la legge obbliga a comportarsi da marito e moglie solo chi lo vuole. In questa prospettiva non esiste infedeltà, cambio di orientamento sessuale, abbandono del tetto coniugale e dei figli che possa legittimare un addebito.

La sentenza della Cassazione in buona sostanza ci dice che tu marito sei cornuto e mazziato. Cornuto perché tua moglie ti ha tradito e ti ha tradito con una donna. Mazziato perché dovrai pagarle, giudici benedicenti, pure un assegno di mantenimento lesbico per continuare a tradirti e per continuare sulla strada della sua omosessualità.