Droni sul cielo della Polonia, tre ipotesi per un incidente
Ascolta la versione audio dell'articolo
Deliberata provocazione russa, un incidente provocato dai sistemi elettronici anti-droni o una "false flag" concertata da Kiev e Varsavia per innalzare la tensione? Mentre infuria la polemica politica non c'è nulla di certo sulla violazione dello spazio aereo polacco.

La Difesa aerea della Polonia ha reso noto che 19 oggetti volanti sono entrati nel suo spazio aereo durante un massiccio attacco aereo russo contro l'Ucraina nelle prime ore del 10 settembre e che ha abbattuto quelli che rappresentavano una minaccia (tra 6 e 10 droni) con il supporto di aerei militari alleati. Se venisse confermato che i droni erano russi si tratterebbe del primo intervento a fuoco di mezzi militari di una nazione aderente alla NATO contro mezzi militari di Mosca.
Le autorità polacche hanno iniziato a cercare detriti di droni e hanno esortato la popolazione a segnalare eventuali avvistamenti, invitando al contempo a non avvicinarsi a oggetti non identificati. Sono stati trovati sette droni e parti di un missile nella parte orientale del Paese. Un drone è stato trovato vicino a Mniszkow, nella provincia di Łódź, oltre 240 km a ovest del confine con la Bielorussia, ha affermato il Ministero degli Interni.
Il Presidente Karol Nawrocki convocherà il Consiglio di Sicurezza Nazionale entro 48 ore mentre il Primo Ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato al Parlamento che si trattava della «situazione più vicina a un conflitto aperto dalla Seconda Guerra Mondiale», sebbene abbia anche affermato di «non avere motivo di credere che siamo sull'orlo della guerra».
Tusk ha definito l'incidente una «provocazione su larga scala» e ha affermato di aver attivato l'articolo 4 del trattato NATO, in base al quale i membri dell'Alleanza possono richiedere consultazioni con i propri alleati «ogni qualvolta, a giudizio di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una qualsiasi delle Parti siano minacciate».
Mosca ha negato la responsabilità dell'incidente: Andrey Ordash, incaricato d'affari russo in Polonia citato dall'agenzia di stampa statale RIA Novosti, ha definito «infondate» le accuse rivolte a Mosca affermando che la Polonia non ha fornito alcuna prova che i droni abbattuti fossero di origine russa. Il Cremlino ha rifiutato di commentare direttamente l'abbattimento dei droni, ma il portavoce Dimitry Peskov ha dichiarato: «I vertici dell'UE e della NATO accusano quotidianamente la Russia di provocazioni. Il più delle volte, senza nemmeno tentare di presentare una qualche argomentazione».
Un portavoce della NATO ha affermato che l'Alleanza si sta consultando strettamente con la Polonia mentre una fonte interna all’Alleanza citata da Reuters ha rivelato che la NATO non sta trattando l'incidente come un attacco, ma come un'incursione intenzionale. Secondo la fonte, nell'operazione notturna sono stati coinvolti caccia F-16 polacchi, F-35 olandesi, aerei da sorveglianza AWACS italiani e velivoli da rifornimento in volo gestiti congiuntamente dalla NATO.
Di fatto si tratta del dispositivo posto a protezione della base aerea e logistica polacca di Rzeszow, utilizzata da oltre tre anni come hub logistico per l’afflusso degli aiuti militari occidentali che poi vengono trasferiti in Ucraina attraverso il vicino confine.
Durante l'incidente, il Comando Operativo delle Forze Armate polacche ha esortato i residenti a rimanere a casa, con tre regioni orientali particolarmente a rischio, e diversi aeroporti polacchi sono stati temporaneamente chiusi, incluso quello di Rzeszow.
I Paesi confinanti con l'Ucraina hanno segnalato occasionalmente l'ingresso di missili o droni russi (ma anche ucraini) nel loro spazio aereo dall’inizio della guerra in Ucraina. Due persone rimasero uccise in Polonia nel 2022 da un missile di difesa aerea ucraino S-300 probabilmente in avaria e finito fuori rotta. Kiev sostenne a lungo, contro tutte le evidenze, che si trattasse di un missile russo, ipotesi smentita subito anche dagli Stati Uniti.
Questa volta però le circostanze sono diverse. Che si tratti una decina o di una ventina di droni è più facile attribuire la violazione dello spazio aereo polacco a una provocazione pianificata invece di un’avaria ai sistemi di guida e controllo dei droni.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che la Russia ha utilizzato 415 droni e 43 missili in attacchi contro l'Ucraina durante la notte tra il 9 e il 10 settembre, aggiungendo che almeno 8 droni Shahed di fabbricazione iraniana erano stati puntati verso la Polonia mentre l'aeronautica ucraina ha riferito di aver abbattuto 386 droni e 27 missili.
Sarebbe sufficiente confermare che i droni abbattuti in Polonia sono di questo tipo per puntare il dito contro Mosca, mentre in tutta Europa la vicenda viene utilizzata per chiedere agli USA maggiori sanzioni contro Mosca e come dimostrazione della volontà russa di ampliare il conflitto; dando quindi per scontata la mano di Mosca dietro alla violazione dello spazio aereo polacco.
Zelensky ha detto che «sempre più prove indicano che il movimento e la direzione dell'attacco non sono casuali. In precedenza si erano verificati singoli incidenti in cui droni avevano attraversato il confine e percorso una breve distanza sul territorio dei vicini, ma ora stiamo registrando una portata e una finalità significativamente maggiori». L'Ucraina, ha detto, «è pronta a fornire alla Polonia i dati disponibili sull'attacco, nonché ad aiutare nello sviluppo del sistema di allerta e di protezione da tali minacce».
Il governo di Kiev ha tutto l’interesse a cercare di trascinare la NATO nel conflitto ma anche a Berlino le valutazioni non sembrano lasciare spazio a dubbi. I droni russi che hanno violato lo spazio aereo polacco erano «chiaramente diretti su questa rotta, non avevano bisogno di volare su questa rotta per raggiungere l'Ucraina», è la convinzione espressa dal ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. E il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, ha riferito che è in corso una «valutazione completa», ma che questa incursione sia stata «intenzionale o meno, è assolutamente irresponsabile e pericolosa», ha dichiarato Rutte alla stampa.
Poco spazio è stato dato circa questa vicenda alle notizie provenienti dalla Bielorussia, alleata di ferro di Mosca. Il capo di stato maggiore delle forze militari della Bielorussia, Pavel Muraveiko, ha reso noto che la difesa aerea di Minsk ha intercettato e abbattuto alcuni droni sullo spazio aereo bielorusso e che i militari hanno notificato, fra la mezzanotte e le cinque di ieri mattina (ora italiana) l'arrivo di tali droni nei territori di Polonia e Lituania alle loro controparti in questi Paesi attraverso i canali di comunicazione.
«Durante gli scontri aerei fra Russia e Ucraina nella notte, le forze per la difesa aerea della Bielorussia intercettano costantemente droni che hanno perso la loro traiettoria in seguito all'impatto con strumenti elettronici. Alcuni di questi droni sono stati distrutti dalla difesa aerea del nostro Paese nel nostro spazio aereo», ha dichiarato il generale. Da parte sua, la Polonia la scorsa notte ha notificato alla Bielorussia l'avvicinamento di droni non identificati dal territorio ucraino, ha aggiunto Muraveiko.
L’ipotesi è quindi che droni (presumibilmente russi) diretti contro obiettivi in Ucraina siano stati deviati fuori rotta dalle contromisure elettroniche (presumibilmente ucraine) sorvolando lo spazio aereo bielorusso per poi raggiungere Polonia e Lituania.
Nel marzo 2022 un vecchio drone a lungo raggio ucraino TU-141, probabilmente mandato in tilt dalle contromisure elettroniche russe si schiantò in Croazia, nei pressi di Zagabria, dopo essere stato lanciato dalla regione di Odessa e aver sorvolato fuori rotta l’Ungheria.
In attesa di avere risposte tecniche, se mai verranno rese note, l’incidente dei droni in Polonia si presta ad almeno tre ipotesi. La provocazione russa per testare le difese aeree polacche e alleate: in tal caso un drone penetrato in territorio polacco per 240 chilometri dovrebbe sollevare qualche preoccupazione. Un incidente determinato dai sistemi elettronici C/UAV, cioè anti-droni, che hanno deviato fuori rotta un gruppo di droni russi che poi hanno sorvolato Bielorussia, Ucraina e Lituania. Infine, non si può al momento escludere un’operazione “false flag” concertata da Kiev e Varsavia per innalzare la tensione con Mosca e mobilitare gli alleati più restii alla mobilitazione contro la Russia.