Dalla Casa Pontificia comincia la "cura Prevost" sulla Curia
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Successione controllata nell'ufficio che gestisce l'agenda papale con la nomina di un agostiniano a vicereggente. Scossoni ben più rilevanti in Terza Loggia, dove si profila l'uscita di scena del sostituto Peña Parra.
Leone XIV comincia a prenderci gusto? La recente nomina di padre Edward Daniang Daleng a vicereggente della Prefettura della Casa Pontificia lascia preludere ad una nuova fase del pontificato in cui l'impronta del Papa sarà più visibile. La nomina di un agostiniano nell'organismo "padrone" dell'agenda papale fa capire che Prevost intende iniziare a plasmare la Curia con persone di cui ha assoluta fiducia.
Già poco dopo l'elezione alcuni amici avevano suggerito al loro ex superiore di coinvolgere qualche confratello nella gestione delle udienze pubbliche e private. Ma Leone XIV ha preso tempo e in questi sei mesi si è affidato molto all'esperienza di monsignor Leonardo Sapienza. Grazie ai decenni passati in quell'ufficio prima coadiuvando monsignor Paolo de Nicolò da officiale e poi succedendogli come reggente, il colto religioso rogazionista ha dato sicurezza al nuovo Papa introducendolo in qualche modo al "mestiere" più complicato del mondo.
La nomina dell'agostiniano nigeriano a vicereggente apre ora le porte ad una successione controllata in un ufficio di strategica importanza. Scegliendolo, Leone XIV riporta un po' di Africa nel cuore della Curia dopo gli anni di penuria bergogliana. Però padre Eddy – come lo chiama chi lo conosce – non è un principiante e conosce ormai più Roma che la sua Nigeria pur avendo viaggiato molto negli anni in cui è stato assistente generale per l'Africa dell'Ordine. La sua nomina consente anche di far rientrare la leggera delusione circolata dopo che Prevost non aveva scelto un agostiniano come suo secondo segretario. Leone lo conosce molto bene e si fida di lui avendo voluto come assistente all’inizio del suo secondo mandato da priore generale dell’Ordine.
Ma quella in Prefettura della Casa Pontificia è una scossa d'assestamento se paragonata ai movimenti tellurici che si annunciano in Segreteria di Stato. Il terremoto è iniziato con la cacciata dell'ultrabergogliano Roberto Campisi, primo assessore a lasciare il Palazzo Apostolico senza ordinazione episcopale. In attesa di vedere se la stagione di Pietro Parolin andrà avanti oltre la proroga donec aliter provideatur, sembra essere agli sgoccioli, invece, la permanenza di monsignor Edgar Peña Parra nell'ufficio che fu di Giovanni Battista Montini.
I rumors vaticani sono concordi nel riferire l'imminente uscita di scena del sostituto venezuelano. Quella di Peña Parra era stata una delle nomine più discusse di Francesco, ma col tempo il presule era riuscito abilmente a smarcarsi dal cerchio magico bergogliano tanto da finire per un periodo sulla lavagna dei "cattivi" a Santa Marta. Chi aveva predetto un suo immediato allontanamento dopo l'elezione di Prevost era rimasto deluso, ma ora le cose sembrerebbero cambiate al punto che non sarebbe scontato un "congedo" cardinalizio per il successore di Angelo Becciu.
Secondo quanto filtra dai Sacri Palazzi, la prossima destinazione per lui dopo la Terza Loggia potrebbe persino essere una nunziatura. Leone XIV sa che il credito di fiducia nei confronti del sostituto sta per esaurirsi e più di qualcuno comincia a mugugnare sulla presunta lentezza nelle decisioni del nuovo Papa.
La convocazione del concistoro straordinario dimostra la volontà di Leone di tenere fede a quanto promesso ai cardinali nell'Aula nuova del Sinodo durante il primo incontro post-elezione. C'è da scommettere che i principali collaboratori del Papa, ritrovato il loro ruolo dopo la parentesi bergogliana, non mancheranno di incoraggiare Leone ad accelerare quei processi decisionali ritenuti necessari per il ripristino della normalità nel governo della Chiesa.
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