Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Bibiana a cura di Ermes Dovico
apologetica

Cristo è Re: la Bussola Mensile a cent'anni dalla Quas primas

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Un’enciclica e una nuova festa per proclamare che il regno di Gesù si estende ai popoli e alle nazioni. Il rimedio proposto da Pio XI di fronte all'avanzata della secolarizzazione è ancora più necessario ai giorni nostri. 

Attualità 02_12_2025

«La regalità di Cristo è decisiva per la nostra vita»: così scrive il direttore Riccardo Cascioli nell’editoriale del mensile di dicembre che dedica il primo piano al centenario della Quas primas, l'enciclica con cui Pio XI nel 1925 istituì la festa di Cristo Re. È Cristo – sottolinea ancora il direttore – il Signore delle società e delle nazioni, che regna su tutti i popoli e su tutti i governi che a Lui devono inchinarsi: il suo regno non è di questo mondo, ma abbraccia anche questo mondo. La nascita di Gesù Bambino diviene allora occasione per riscoprire la sua regalità e iniziare un cammino per affermarla all’interno dello spazio pubblico.

Scrive don Paul Roy che il fondamento teologico della regalità di Cristo si trova anzitutto nel mistero dell’Incarnazione e dell’unione ipostatica. L’unione della natura divina di Cristo con quella umana, nella persona di Gesù, gli conferisce la dignità regale. Per diritto, quindi, il dominio che Egli possiede per natura e che ha acquisito versando il suo Sangue, abbraccia la totalità degli uomini e delle società, dispiegandosi nell’ambito legislativo, giudiziario ed esecutivo.
L’istituzione della festa di Cristo Re viene proposta da Pio XI quale rimedio alla secolarizzazione ma anche come dimensione riparatrice di fronte all’apostasia pubblica, proponendosi inoltre quale mezzo per accelerare il ritorno delle anime a Cristo mediante l’estensione del suo Regno.

La dottrina della regalità sociale di Cristo insegnata dall’enciclica Quas primas – scrive Stefano Fontana – possiede, oltre alla dimensione teologica, liturgica e pastorale, anche quella politica, per cui costituisce il fondamento dell’intera Dottrina sociale della Chiesa.
Sul piano politico essa comporta diversi elementi che mettono in luce come il fine temporale sia, seppure nella sua legittima autonomia, ordinato a quello soprannaturale che lo purifica e invera. Questo fa sì che le istituzioni politiche riconoscano il ruolo religioso pubblico fondante ed unico della fede cattolica senza mai negare il diritto naturale, come accade invece in uno Stato confessionale.

Una festa, quella di Cristo Re, che non disgiunge la prospettiva escatologica dalle implicazioni sociali, ma che spinge la società a ritornare a Cristo, combattendo contro il diffuso laicismo. Stefano Chiappalone evidenzia come con la riforma liturgica venga data maggiore attenzione alla prospettiva ultraterrena dimenticando il significato anche sociale sul quale Pio XI insisteva. Infatti, come sosteneva il beato Alfredo Ildefonso Schuster, Cristo viene a dare alla società umana l’ultimo e perfetto ordinamento.

Tommaso Scandroglio riassume il fine e il fondamento della società: se tutto è ordinato a Dio, l’ordine giuridico-politico stesso si ispirerà alla legge naturale. Se, come insegna l’Aquinate, il fine ultimo dell’uomo è Dio, beatitudo perfecta, anche chi governa, essendo lui stesso uomo, è orientato teologicamente a Dio così come le condotte di tutti i consociati. Perciò il princeps è chiamato a creare quelle condizioni di vita sociale affinchè ognuno partecipi ad una esistenza virtuosa nella libera adesione e per mezzo della grazia divina.

Il centenario della Quas Primas – scrive Ermes Dovico – cade esattamente all'indomani di quello dell'apparizione a suor Lucia di Fatima a Pontevedra (Spagna), avvenuta il 10 dicembre del 1925, quando Gesù Bambino e Maria rivelarono alla religiosa la grande promessa legata alla devozione dei primi sabati. Come Gesù viene onorato in quanto re per natura, Maria è regina per grazia, e il riconoscimento della sua regalità anticiperà la piena instaurazione del regno del Figlio.

Dopo questo approfondimento mariano, che si ricollega al primo piano, seguono come di consueto gli articoli dedicati ai temi di vita cristiana, teologia, storia della Chiesa, dottrina sociale e spiritualità.

Il Natale si avvicina, eppure è come se la festa che dovrebbe riportarci all’essenziale fosse diventata una vetrina di ciò che non conta. Un rito sociale, non un mistero di fede, dove si dimentica il Dono per eccellenza e si sostituisce la comunione con la convivialità. Riscoprire il senso autentico del Natale: a questo ci invita don Stefano Bimbi mettendo a confronto il Natale dei credenti e dei non credenti.

Una figura spesso fraintesa è quella di santa Idelgarda di Bingen (1098-1179) dottore della Chiesa, "arruolata" suo malgrado nel New Age. Katharina Stolz ripercorre gli insegnamenti della santa sottolineando la salda fede trinitaria alla base della sua visione dell'uomo, del mondo e anche delle sue indicazioni terapeutiche.

Luisella Scrosati delinea un profilo di sant’Atanasio, difensore intrepido della divinità di Cristo durante la crisi ariana: la sua vicenda testimonia che non si può difendere la vera fede se non affermando allo stesso tempo il primato dei successori di Pietro. Egli invitò chiaramente a non cedere agli errori e al contempo a non arrogarsi potestà che non si hanno.

Un autentico esempio di impegno civile per il bene comune e di santità laicale ci viene descritto da Paolo Gulisano attraverso la figura di Stanislao Medolago Albani, protagonista dell’azione dei cattolici nell’Italia post-unitaria, per il quale la carità cristiana e la ricerca della giustizia erano inscindibili. Per il nobile lombardo la formazione dei cattolici era fondamentale, poiché riteneva che una coscienza cristiana ben formata non scende a compromessi.

Questo numero si conclude con un articolo di spiritualità di don Dino Nogavi sulla necessità di custodire il cuore dai tre nemici che insidiano la nostra fede: il diavolo, il mondo e la carne – cui corrispondono i tre mezzi per non perdere Cristo: i sacramenti, la preghiera e la formazione, perché custodire la fede significa anche alimentarla ed elevarla.

Non perdete inoltre il prossimo numero di gennaio che sarà dedicato al tema – attualissimo! – della Corredenzione di Maria per approfondire dal punto di vista dottrinale e della fede il perché di questo titolo oggi così contrastato. Chi volesse già prenotarne una o più copie può contattarci agli indirizzi sottoindicati.
 



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