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UE

Crisi dell'energia, Bruxelles ne approfitta per ampliare i poteri

Oggi la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, annuncerà misure obbligatorie di razionamento dell'energia, tra il 5 e il 10% al mese. Contatori "intelligenti" taglieranno la corrente al superamento delle soglie stabilite per legge. È la prima volta nella storia che Bruxelles impone una decisione a tutti i Paesi membri, accanto a poteri straordinari per gestire le situazioni d'emergenza.

Politica 14_09_2022
Ursula von der Leyen

L'Europa sta affrontando una crisi energetica che mette a dura prova la tenuta delle imprese, l’occupazione e i portafogli della gente comune. Molte le proteste dei Governi nazionali e dello stesso Presidente del Consiglio europeo per i ‘ritardi’ delle proposte della Commissione che, anticipate ieri, saranno annunciate oggi da Ursula Von der Leyen nel suo discorso sullo ‘Stato dell’Unione’ in Parlamento.

I tagli di elettricità e obblighi imposti da Bruxelles sono ricette inaudite. I Paesi dell'UE avevano chiesto alla Commissione, nella riunione del 9 settembre, di limitare i prezzi del gas in un contesto di crescente urgenza per affrontare l'aumento vertiginoso delle bollette che gravano su famiglie e imprese. La crisi energetica incombente e la crescita dei prezzi dei beni di consumo e prodotti industriali, sta già spingendo molti governi europei ad attenuarne l'impatto per famiglie ed imprese con l’introduzione di misure proprie.

Ad esempio, la Repubblica Ceca ha approvato un propprio ‘tetto’ sul prezzo del gas e della elettricità, l’Austria ha presentato un piano per convincere i cittadini a cambiare le proprie abitudini (-2 gradi la temperatura d’inverno, doccia al posto del bagno), la Croazia ha imposto un tetto ai prezzi della energia elettrica per famiglie, scuole, università e un paniere ‘calmierato’ su alcuni beni alimentari, così la Polonia con la legge approvata ad inizio settembre che permetterà alle famiglie di ricevere contributi finanziari di centinaia di euro per le spese alimentari ed energetiche.
«Insieme alla Commissione, dobbiamo lavorare rapidamente e preparare una soluzione coordinata a livello europeo per mitigare i prezzi elevati dell'energia il prima possibile», aveva detto il ministro ceco Jozef Sikela, che presiedeva la riunione dei Ministri dell’energia europei il 9 settembre, lasciando intendere che ci sarebbero voluti ancora giorni o settimane per giungere a proposte concrete.

Le posizioni tra i paesi sono diverse anche sul ‘tetto’ al prezzo del gas con Austria e Ungheria che non lo vogliono solo per le importazioni dalla Russia, l'Italia e il Belgio che lo chiedono su tutto il gas, incluso quello liquefatto che importiamo da Qatar e USA.

La Commissaria Kadri Simson aveva  anticipato che invece la vera intenzione della Commissione era di imporre decisioni dall’alto («ciò che la Commissione sta considerando è imporre obiettivi vincolanti di riduzione dell'elettricità nelle ore di punta»). Per la prima volta ci troveremo, se le anticipazioni dei giornali di tutta Europa non saranno smentite oggi, ad obblighi imposti da Bruxelles. Un obbligo a tutti i paesi europei di rispettare una cifra mensile di riduzione del consumo, potrebbe essere tra il 5 e il 10%, che ogni Paese dovrà rispettare. Il raffronto sarà fatto rispetto al medesimo mese di riferimento e sulla base di una media di consumi dei 5 anni precedenti all'1 novembre 2022. Bontà loro, spetterà ai governi nazionali decidere in quali ore far scattare il taglio.

Nella bozza della proposta si legge che «la riduzione obbligatoria "dovrebbe risultare" da un taglio operato» in 4 ore per giorno lavorativo in media, nelle ore di picco dei consumi; nella scelta di queste ore gli Stati membri «hanno un margine di discrezionalità». Il taglio dell’energia , nelle ore del picco dei consumi, renderà impossibile far funzionare contemporaneamente due elettrodomestici nelle case. I contatori elettrici "intelligenti" ci taglieranno la corrente al superamento delle soglie stabilite per legge. Per ora non c’è il tetto al consumo del metano ma dobbiamo aspettarci di tutto.

È grave che Bruxelles, per la prima volta nella sua storia, dismetta l’uso di ‘raccomandazioni’, ‘inviti’ e ‘suggerimenti’ e pretenda di imporre una sua decisione a tutti, riducendo gli Stati a perfidi controllori: siamo al Super-stato governato da euroburocrati incapaci. Forse domani Ursula von der Leyen annuncerà anche la creazione di un nuovo strumento di emergenza del mercato unico (SMEI), per facilitare il monitoraggio delle catene di approvvigionamento dei settori critici e, in caso di emergenza, intervenire sui mercati.

Lo SMEI conferirebbe alla Commissione ampi poteri di intervento, una delega in ‘bianco’ che verrebbe chiesta al Consiglio europeo, il quale però solo successivamente potrà controllarne l’operato. Tuttavia è stata la Commissione ad aver aggravato la crisi energetica e la conseguente spinta inflazionistica dei prezzi. Se è vero che il prezzo del gas è altalenante - dall’estate 2021 (27 euro a Megawattora), alla settimana scorsa con oltre 330 euro, mentre in questi giorni siamo a 190 euro - è altrettanto vero che Ursula von der Leyen & Co. non hanno mantenuto alcun impegno preso il 19 febbraio, prima della guerra in Ucraina, quando la Presidente aveva  promesso un forte impegno per evitare la crisi energetica. Non si può non concordare con le parole del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel (5 settembre): «La Commissione ha perso tempo e questo è deplorevole».