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POVERTA' SANITARIA

Cresce il numero di chi non può comprare farmaci

Si chiama “povertà sanitaria” e nel 2015 ha colpito, in Italia, oltre 400 mila persone, con un aumento del 6,4% della domanda di farmaci rispetto al 2014. E’ quanto rivela il “Rapporto 2015, donare per curare” della Fondazione Banco Farmaceutico, la Onlus nata nel 2000 proprio con la volontà di rispondere all’emergenza sanitaria del nostro Paese. Lo studio rivela che  cresce sempre più il numero degli italiani in difficoltà sanitaria: 182.400 contro i 179 mila dell’anno passato.

Famiglia 03_12_2015
Sempre più italiani non riescono a comprare i farmaci necessari alle cure

Spesso, quando si parla di povertà, si è portati a pensare alla fame, alla mancanza del cibo necessario per vivere o all’assenza di un tetto sotto cui dormire. Più raramente si pensa che, quelle stesse persone che non hanno di che vivere, non sono certo esenti da malattie di ogni genere e specie.  Ci sono poi molte famiglie che il cibo lo portano a casa a stento, ma le medicine per il figlio malato, quelle proprio non possono permettersele.  Si chiama “povertà sanitaria” e nel 2015 ha colpito, in Italia, oltre 400 mila persone, con un aumento del 6,4% della domanda di farmaci rispetto al 2014. É quanto rivela il “Rapporto 2015, donare per curare” della Fondazione Banco Farmaceutico (http://www.bancofarmaceutico.org/), la Onlus nata nel 2000 proprio con la volontà di rispondere all’emergenza sanitaria del nostro Paese.  E se ad aver bisogno di farmaci sono per lo più immigrati e profughi, lo studio 2015 rivela che «il numero degli italiani in difficoltà sanitaria è in continua crescita: 182.400 contro i 179 mila dell’anno passato (+1,9%)». 

«La nostra analisi sulla povertà sanitaria in Italia», dichiara Paolo Gradnik, presidente del Banco Farmaceutico, «evidenzia come, nonostante alcuni segnali di ripresa economica, nel nostro Paese prevalga ancora nelle famiglie la tendenza a spendere meno per le cure mediche e sia ancora consistente il numero di poveri che rinuncia ad acquistare i farmaci necessari». Del resto, i dati Istat parlano chiaro:  in Italia la spesa sanitaria annua pro capite è di 444 euro, ma quella dei poveri è di soli 69 euro (-8%).  Di questi 69 euro, 52 euro (- 2,1% rispetto al 2014) vengono utilizzati per l’acquisto di farmaci, contro la media italiana che è di oltre 200 euro pro capite. Ciò significa che se nelle famiglie non povere si destina il 3,8% del budget domestico per le cure necessarie, in quelle povere la percentuale precipita all’1,8%.  Ma il dato più allarmante ha da venire: oltre il 4% della popolazione, ovvero 405.423 cittadini italiani, oggi rinuncia ad acquistare farmaci indispensabili per le cure a causa di motivazioni economiche.

In particolare, lo studio 2015 - sostenuto da Mediolanum Farmaceutici e svolto in collaborazione con Acli, Caritas Italiana, Ufficio per la Pastorale della Salute della Cei e dall'Unitalsi - rivela che i maggiori beneficiari di farmaci sono gli adulti tra i 18 e i 64 anni (58,2%), seguiti dagli over 65 (23,6%) e dai minori da 0 a 17 anni (18,2%). E quali sono le cure più richieste? Le malattie respiratorie si confermano le più frequentemente dichiarate dagli enti e presentano il maggior numero di dosi giornaliere dispensate (12,2 DDD/1000 pazienti/die). Seguono le malattie cardiovascolari (11 DDD) e gastrointestinali (8,7 DDD). Dai dati si emerge, dunque, che gli indigenti presentano, un profilo epidemiologico differente rispetto alla media della popolazione, dove la massima diffusione è rappresentata delle patologie cardiovascolari. Dal punto di vista geografico, invece, sono gli stranieri a coprire il 55% del fabbisogno totale: la maggior parte di immigrati e profughi provengono del Maghreb (26%), dell’Europa Orientale (24,4%) e dall’Africa Sub-Sahariana (13,2%).

Il “Rapporto 2015, donare per curare” disegna, dunque, una situazione di povertà sanitaria che non si può ignorare: «In questo contesto risulta fondamentale il lavoro del Banco Farmaceutico», spiega il Presidente Gradnik, «proprio per permettere a tutti l’accesso ai farmaci. Ma il nostro contributo non sarebbe possibile senza la grande rete di solidarietà che vede cittadini, farmacisti, volontari ed enti uniti insieme per aiutare gli ultimi della nostra società».  Da oltre 15 anni, infatti, la Onlus Banco Farmaceutico è presente sul territorio con alcune importanti iniziative. In primis, la Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco (Grf): il secondo sabato di febbraio, ogni anno, migliaia di volontari sono presenti nelle oltre 3.600 farmacie aderenti in tutta Italia, e invitano i cittadini a donare farmaci per gli Enti assistenziali della propria città. 

Ogni Ente viene convenzionato ad una o più farmacie in cui sono raccolti esclusivamente farmaci che non hanno obbligo di prescrizione. Oltre a questo, l’opera di carità ha pensato di garantire una presenza costante sul territorio attivando l’attività di recupero dei farmaci provenienti dalle aziende farmaceutiche (ormai sono più di una trentina le aziende che donano farmaci stabilmente) e avviando, all’interno delle farmacie aderenti al sistema di Banco Farmaceutico, il servizio innovativo di «recupero dei farmaci validi non scaduti», donati dai privati. Per combattere la povertà sanitaria, spiega Gradnik, «è fondamentale far conoscere a tutti che esiste una povertà sanitaria». Per questo il piccolo contributo di ciascuno, è un grande aiuto per molti.