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DOPO LA CONFERENZA STAMPA

Così Draghi fomenta l'odio sociale

Quanto sta accadendo nella scuola, dove gli insegnanti assenti per Covid sono tutti completamente vaccinati, dimostra ampiamente la falsità delle affermazioni del presidente del Consiglio. I non vaccinati sono diventati il capro espiatorio dei fallimenti del governo.

Editoriali 12_01_2022
Draghi e Speranza nella conferenza stampa del 10 gennaio

Covid, Draghi: "I problemi di oggi dipendono dai non vaccinati": questo il titolo di un articolo di sintesi dei contenuti della conferenza stampa tenuta nel tardo pomeriggio del 10 gennaio dal premier Mario Draghi. Nessun ulteriore commento da parte della redazione giornalistica, nessuno stupore, niente, tutto normale! E anche la grande stampa del giorno dopo, con rarissime eccezioni, pare non rendersi conto minimamente di quanto è accaduto.

Eppure si tratta di un'affermazione gravissima, non solo perché priva di ogni fondamento reale, ma soprattutto perché va a scavare un ulteriore solco nella drammatica divisione (creata ad arte per  gestire al meglio il potere al di fuori di ogni paletto istituzionale) già esistente nel paese fra chi è vaccinato e chi no. Un'affermazione pronunciata dal Presidente del Consiglio con tono piatto, senza alcuna enfasi o drammaticità, con un'espressione del viso indifferente, quasi si stesse parlando di quisquilie, ma che invece va ad alimentare ulteriormente l'odio, il rancore e la violenza nei confronti di chi non si allinea al diktat sanitario del Governo. Una dichiarazione, dunque, irresponsabile, foriera di conseguenze disastrose.  

Non ce n’era affatto bisogno, pensando ai livelli di rancore sociale cui siamo giunti. Risalgono proprio a questi ultimi giorni, per esempio, le deliranti parole del professor Agostino Miozzo, ex coordinatore del Cts, in un’intervista al Corriere della Sera, in cui afferma che sulla multa da 100 euro per gli over 50 che violano l’obbligo vaccinale metterebbe l’obbligo assoluto totale e come sanzione (oltre a una multa da 1500 euro!) anche l’arresto, perché “nell’emergenza in cui siamo non ci è permesso essere democratici”.  Stupratori, ladri e spacciatori operano pressoché indisturbati nelle nostre città e, qualora fossero intercettati dalle forze dell’ordine, restano generalmente impuniti; per chi ha dubbi, perplessità e resistenze a sottoporsi a un siero sperimentale, l’arresto! A questo punto, la violenza fisica nei confronti degli odiati “no-vax”, pare davvero il prossimo passo. Con tanto di legittimazione istituzionale.

Un'emblematica dimostrazione dell'insussistenza dell’accusa nei confronti di chi non si è vaccinato, è quanto accade nella scuola (altro tema toccato da Draghi in conferenza stampa), sulla quale si sono concentrate in questi giorni le maggiori preoccupazioni, pensando alla riapertura dopo la pausa natalizia. Come dichiarato dal Ministro Bianchi circa il personale assente, ad oggi “I non vaccinati (cioè i sospesi) sono lo 0,72%. Il 6% quelli positivi”, dunque la stragrande maggioranza degli assenti - se non addirittura la totalità - è costituita da persone che hanno completato (per ora…) il percorso vaccinale. Considerato che il “pianeta scuola” rappresenta un significativo microcosmo della società intera, anche per le analoghe altissime percentuali di vaccinati raggiunte complessivamente nel nostro paese, possiamo fondatamente sostenere che non ha alcun senso attribuire ai “novax” la responsabilità dei problemi attuali.

Non sarà, invece, che i vaccini su cui si sta tanto insistendo funzionano poco? Non sarà, forse, responsabilità di chi ha puntato tutto su soluzioni che “funzionicchiano” anziché mettere a sistema tutte le migliori risorse e proposte (come quella, ad esempio, del povero dott. De Donno o le vituperate ma efficacissime cure domiciliari) per far fronte, tutti insieme, all'emergenza sanitaria? La forza di un popolo è nella sua coesione, nella sua capacità di stringersi l’un l’altro soprattutto nei momenti difficili. Perché allora alimentare questa irragionevole e devastante divisione? Di questo passo, si va incontro alla distruzione.

Qualsiasi capo di Stato, che sia presidente della Repubblica, del Consiglio o altro, per essere davvero degno di tale carica, dovrebbe avere a cuore innanzitutto il bene e l’unità di tutti coloro che fanno parte della società civile, e, anziché metterli gli uni contro gli altri, cercare soluzioni per venire incontro alle diverse esigenze in modo bilanciato, senza discriminare e ledere la libertà delle persone o delle minoranze. Dovrebbe avere, insomma, uno sguardo di amore e di commozione per il proprio popolo, tutto intero. Ma questa, ormai, nel nostro povero paese, pare davvero diventata fantapolitica.