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Magistero

Congregazione Dottrina Fede e Ddl Zan

La Congregazione per la Dottrina della Fede pubblica una nota sul Ddl Zan in cui ricorda che leggi di questo tipo sollevano "un grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante obiezione di coscienza".

Gender Watch 02_11_2021

L’associazione ProVita & Famiglia ha inviato una lettera alla Congregazione per la Dottrina della Fede in cui poneva due domande in merito al Ddl Zan. La prima era la seguente: “se i fedeli di religione cattolica debbano coerentemente opporsi all'approvazione di leggi anti omotransfobia come il disegno di legge Zan”. La seconda verteva sul “dovere, per i politici cattolici, di votare contro simili progetti di legge e di prendere pubblicamente una posizione contraria”.

Qui la risposta della Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicata di recente:

Stimato Dottore,

              con lettera del 10 luglio 2021, Ella trasmetteva a questa Congregazione delle informazioni circa alcune leggi che a breve potrebbero essere approvate in via definitiva al Senato della Repubblica Italiana. Nel contempo, Lei formulava altresi alcune domande.

              In primo luogo, vorrei ringraziarLa per il lavoro ed il contributo che Pro Vita & Famiglia Onlus svolge in favore ed a difesa della vita, dal concepimento al suo termine naturale, e a vantaggio di una vera cultura della famiglia.

             Per quanto attiene alla sua prima domanda, Ella potrà rinvenire una risposta nel Magistero ecclesiale al riguardo. Ad es. nell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia di Papa Francesco, al n. 56, vi è una chiara riprovazione dell’ideologia del gender, sulla quale il Santo Padre è ritornato in numerosi altri interventi (cf. Discorso ai partecipanti all’ Assemblea generale dei membri della Pontificia Accademia per la Vita, 5 ottobre 2017; Discorso all’incontro con i Vescovi Polacchi, 27 luglio 2016; Discorso ai partecipanti dell’incontro promosso dall’Équipes de Notre-Dame, 10 settembre 2015; Udienza Generale del 15 aprile 2015; Discorso durante l’incontro con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e agenti di pastorale durante il viaggio apostolico a Georgia e Azerbaijan, 1 ottobre 2016).

         Infine, circa le altre due domande relative al comportamento dei fedeli e dei politici cattolici davanti a progetti di legge simili a quello da Lei citato, oltre alla Nota dottrinale di questa Congregazione Circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, sarà senz’altro istruttivo riprendere quanto riassunto nei numeri 73 e 74 della Lettera Enciclica Evangelium vitae di San Giovanni Paolo II.

        Nel comunicarLe quanto sopra, profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinto ossequio

 

Città del Vaticano, 1 ottobre 2021”

Il n. 73 dell’Evangelium vitae tra l’altro afferma: “Leggi di questo tipo non solo non creano nessun obbligo per la coscienza, ma sollevano piuttosto un grave e preciso obbligo di opporsi ad esse mediante obiezione di coscienza”.

Il n. 74 in un suo passaggio dichiara: “I cristiani, come tutti gli uomini di buona volontà, sono chiamati, per un grave dovere di coscienza, a non prestare la loro collaborazione formale a quelle pratiche che, pur ammesse dalla legislazione civile, sono in contrasto con la Legge di Dio. Infatti, dal punto di vista morale, non è mai lecito cooperare formalmente al male. Tale cooperazione si verifica quando l'azione compiuta, o per la sua stessa natura o per la configurazione che essa viene assumendo in un concreto contesto, si qualifica come partecipazione diretta ad un atto contro la vita umana innocente o come condivisione dell'intenzione immorale dell'agente principale”.