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Comunità Shalom, prime conferme: false le accuse di La7

Una accurata ispezione delle autorità sanitarie promuove la Comunità Shalom, che era stata travolta dalle accuse di Fanpage e La7 riguardo a presunte violenze, torture e abuso di psicofarmaci. Piuttosto bisognerebbe indagare sugli interessi di chi ha orchestrato questa campagna.
- Suor Rosalina: le menzogne chiedono una giustizia che viene dal cuore

Educazione 12_07_2023
Corrado Formigli e suor Rosalina

Nella Comunità Shalom è tutto regolare. Lo ha stabilito l’ATS (Agenzia di Tutela della Salute) al termine di una accurata ispezione in cui tutti i locali e tutte le modalità della vita della comunità sono state «vivisezionale», come ha scritto suor Rosalina Ravasio, che ha fondato questa comunità di recupero dalle dipendenze 36 anni fa e ne è ancora l’anima. È la stessa suor Rosalina ad annunciare l’esito dell’ispezione dell’ATS con la lettera aperta che pubblichiamo come link a questo articolo.

In realtà era stata dapprima rilevata qualche irregolarità, legata però alle rigide normative igienico-sanitarie (ad esempio riguardo al luogo dove sono collocati i gabinetti per disabili), prontamente sistemata. In ogni caso niente a che vedere con le orribili accuse lanciate dal sito Fanpage.it e rilanciate da Piazza Pulita, il talk show di La7 condotto da Corrado Formigli, in tre successive puntate a partire dallo scorso 13 aprile. I servizi trasmessi, supportati da testimonianze di ex ospiti, accusavano suor Rosalina e i responsabili della comunità di violenze fisiche, torture e abusi di psicofarmaci. Accuse gravissime, costruite ad arte – come la Bussola ha avuto modo di dimostrare – che avevano «come unico obiettivo la distruzione della Comunità», come scrive suor Rosalina.
Si è trattato di una operazione sporca, in cui non ci si è fatti scrupolo di infamare «ragazzi fragili, attraverso la realizzazione e l’utilizzo di filmati falsi, fregandosene spudoratamente di rovinare la vita al prossimo chiamato in causa», scrive ancora suor Rosalina.

La domanda vera resta su chi e perché ha messo in piedi questa operazione che ha richiesto un notevole investimento di soldi e di risorse umane. Basti pensare che l’infiltrazione all’interno della Comunità Shalom di una “giornalista” di Fanpage spacciatasi per volontaria grazie a un furto d’identità, risale all’estate 2022. Dunque un’operazione che parte da lontano e ha richiesto una lunga gestazione; e che pure - a parte le illazioni e le false informazioni – poteva fondare le sue accuse sostanzialmente su un breve filmato dei carabinieri risalente a una indagine di 10 anni fa, conclusasi con l’assoluzione di tutti gli imputati, e su due brevi filmati spacciati come prova di torture sistematiche da parte dei “vecchi” della comunità quando invece erano stati “costruiti”. E il sospetto pesante dei responsabili della Shalom è che possano essere addirittura stati eseguiti su commissione proprio per infangare la Comunità. Cosa che comunque dovrà eventualmente accertare la magistratura.

Fa pensare anche l’accanimento con cui Piazza Pulita ha imbastito il processo alla Comunità Shalom, facendo strame della deontologia professionale e riducendo il giornalismo a una sorta di Tribunale del popolo. Oltretutto con un grave conflitto di interessi: ospite fisso e consulente di Corrado Formigli è stato infatti il dottor Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicoanalista che, oltre a essere Direttore del reparto che si occupa di disturbi alimentari all’Istituto Auxologico di Piancavallo, è fondatore e responsabile dei Centri Food for Mind per la cura dei disturbi alimentari, che sono sparsi in tutta Italia. E guarda caso nella Comunità Shalom vengono recuperati anche molti casi – soprattutto fra le ragazze – di disturbi alimentari. Lo stesso Mendolicchio, nella conferenza stampa organizzata da suor Rosalina per ribattere alle accuse infamanti, si è presentato al fianco di Corrado Formigli ponendosi come giudice dei metodi terapeutici della comunità e facendo pubblicità alla sua attività davanti ai genitori presenti e ai professionisti che operano nella Shalom. Se gli ordini professionali servissero a qualcosa, un accertamento sugli interessi del dottor Mendolicchio sarebbe d’obbligo.

Ma certo ci devono essere interessi più forti che vogliono la distruzione della Shalom: suor Rosalina termina la lettera affermando che «se vuoi trovare il diavolo segui l’odore dei soldi». E certamente fa gola una comunità terapeutica che potrebbe mungere molti soldi dallo Stato – come molte altre fanno – e che invece rivendica la sua libertà: «La nostra comunità – scrive suor Rosalina – è sempre stata contraddistinta dalla gratuità: non sussiste grazie ai fondi pubblici ma per la benevolenza di tanti volontari e benefattori; se ne facciano una ragione tutti, compresi i promotori dell’infamata promossa da La7 & company».

Resta il fatto che «la vita della Comunità Shalom è stata spaccata dalla falsità e dall’ingiustizia di una stampa sensazionalistica (che non ha esitato a servirsi di poveri soggetti compiacenti)». Vale a dire che a pagare il prezzo più caro di questa campagna orchestrata sono stati i ragazzi e le ragazze che stanno combattendo con sofferenza per uscire dal tunnel delle dipendenze o da problemi psichiatrici.

L’aspetto più disgustoso di questa vicenda è proprio il disprezzo per queste vite, oltretutto presentandosi ipocritamente come loro difensori. Ma la risposta di suor Rosalina va comunque al nocciolo della questione: pur non rinunciando – ovviamente – a ristabilire verità e giustizia nelle aule dei tribunali, invita a «battere la strada del cuore», perché lì sta «la causa fondamentale dell’ingiustizia». È nel «cuore malato», dove alberga il peccato, e che chiede di essere guarito. «Ripartiamo da lì, dal cuore», dice suor Rosalina, dall’impegno «a cercare sempre quella verità che ci rende liberi».