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Archie, una conversione cambia la lotta per la vita

In attesa della decisione del giudice dell'Alta Corte se porre fine alla vita del dodicenne Archie i cui medici considerano morto cerebrale, i suoi familiari danno un'importante testimonianza: convertiti al cattolicesimo dopo l'incidente, chiedono preghiere e non proteste pubbliche. È un riconoscimento pubblico di chi è il vero Signore della vita.

Vita e bioetica 07_06_2022 English
Archie Battersbee

La storia di Archie Battersbee, il ragazzino di 12 anni il cui destino verrà deciso in un’udienza finale fra il 6 e il 7 giugno (oggi, per chi legge), è simile a quello degli altri casi strazianti di fine vita che hanno fatto notizia e che sono stati riportati dalla Nuova Bussola Quotidiana. Ebbene, c’è un aspetto peculiare nella storia di Archi che la rende unica. La diversità sta nel fatto che il tragico incidente ha indotto l’intera sua famiglia a convertirsi alla fede cristiana. Questa è la novità che ha convinto Hollie che l’unico modo per combattere per la causa di Archie e di ottenere una vittoria legale, è attraverso la preghiera e non la protesta pubblica.

Chiunque abbia sofferto l’esperienza traumatica di avere un figlio gravemente ammalato o uno la cui vita sia in grave pericolo, può testimoniare quanto complicato e dolorosamente difficile sia considerare quel bambino nella prospettiva della vita eterna. Ebbene, questa è la decisione presa dalla famiglia di Archie lo scorso lunedì dell’Angelo. Esattamente un giorno dopo il battesimo di Archie nella domenica di Pasqua, ogni membro della sua famiglia si è battezzato cattolico. Questa è la chiave per comprendere il modo radicale con cui Hollie Dance giudica i duri eventi di tutta la sua vita quotidiana. Più volte, nelle interviste televisive, squarciata dalle emozioni e in lacrime, ripete ai suoi ascoltatori: “Dio è l’unico che può prendere la vita di mio figlio”.

Sin dal ricovero di Archie in ospedale, Hollie e i suoi figli usano i social media per tenere informati amici e parenti dei progressi di Archie e per invitare tutti coloro che leggono i loro post a pregare per Archie. In meno di due settimane, gruppi di preghiera da molti Paesi del mondo rispondono alla richiesta di Hollie Dance. Ella, cognata di Archie, ha dichiarato alla Nuova Bussola Quotidiana, “Non avrebbero mai immaginato di avere una risposta simile, ci sono innumerevoli post con l’emoticon delle mani giunte, dall’Italia, dalla Spagna, America, Inghilterra, Australia e Ucraina”. “Tutti questi messaggi d’amore danno forza a Hollie e alla famiglia, è qualcosa di travolgente”.

All’aumento del numero di followers che pregano per Archie, Hollie ha deciso di invitare tutti a pregare assieme una volta alla settimana. Ogni domenica sera, alle 19 ore inglese, una preghiera viene recitata al capezzale di Archie, sulla pagina Facebook di Hollie. Mentre la videocamera continua a inquadrare un tavolino pieno di peluche sotto una bacheca carica di biglietti e lettere di auguri di guarigione, si sente la voce pacifica del cappellano dell’ospedale che recita preghiere per la guarigione di Archie. Mentre Archie giace nel suo letto d’ospedale, egli stesso è diventato uno strumento di evangelizzazione e di speranza per il mondo. Mentre Hollie è diventata un punto di riferimento per migliaia di persone.

Tuttavia, la situazione è così carica di tensione che, poco fa, Hollie ha postato un promemoria: vogliamo le vostre preghiere, non le vostre proteste. Si riferiva ai commenti sulla sua pagina Facebook che seguono ogni udienza all’Alta Corte. Per favore “… non scrivete messaggi di rancore e odio contro l’ospedale e il suo personale”, ha scritto. “Cosa avremmo potuto fare se fossimo vissuti altrove, come ad esempio in America, dove avremmo dovuto pagare milioni per un caso come quello di Archie?” È un privilegio quello di “vivere in un Paese con uno Stato sociale”. Ha elogiato le infermiere che si prendono cura di Archie tutti i giorni, anche oltre i loro doveri professionali. Regolarmente chiacchierano con Archie e scherzano per rendere l’atmosfera più rilassata possibile. Hollie spesso esprime la sua gratitudine per tutta la bontà che lei e la sua famiglia hanno ricevuto sia dentro che fuori l’ospedale. Il 2 giugno, ha rafforzato il suo messaggio, postando una frase della Bibbia, la Lettera ai Colossesi 3:12: “Vestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza”.

È anche la fede ritrovata di Hollie che l’ha spinta ad avviare una battaglia legale con l’ospedale Trust. Difatti, tutte le più note battaglie legali sul fine-vita nel Regno Unito sono state condotte da persone di fede, convinte di vivere in verità significhi difendere la Verità, se necessario con azioni radicali. Richiede il dono della fortezza sfidare un sistema creato così alla perfezione che le possibilità di sfuggire ad una sentenza di morte sono quasi nulle.

Oltre al costo psicologico ed emotivo di queste battaglie, si devono affrontare anche costi legali. Hollie deve rivolgersi all’esercito di Archie per ottenere il necessario sostegno economico per pagare i suoi avvocati. Ha aperto, a questo scopo, una pagina di crowdfunding. Mira a raggiungere le 20mila sterline e con l’approssimarsi dell’udienza finale, ne ha bisogno urgentemente. Il futuro di Archie dipende dalla decisione del giudice, in questa udienza.

Per ironia della sorte, Archie, che sognava di diventare un campione di pugilato, ha messo sua madre sotto i riflettori. Hollie ha dichiarato che non smetterà di battersi per il diritto alla vita di suo figlio e per il suo diritto di amarlo. Ciò significa anche che, se Archie dovesse rimanere disabile a causa delle sue ferite, questo è il suo destino.