Due mondi diversi
Che cosa abbiamo noi in comune con te? (Mt 8,29)
In quel tempo, essendo Gesù giunto all'altra riva del mare di Tiberiade, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. Cominciarono a gridare: «Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?». A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a pascolare; e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: «Se ci scacci, mandaci in quella mandria». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio. (Mt 8,28-34)
Siamo di fronte a un paradosso: gli abitanti del paese dei Gadarèni, invece di ringraziare Gesù per averli liberati dallo stato di isolamento nel quale si trovavano guarendo gli indemoniati, lo invitano ad andarsene. È davvero un comportamento assurdo! Questo ci fa vedere come il peccato, consolidato e normalizzato all’interno di una comunità, sia ben peggiore della possessione diabolica dei due uomini che, poveretti, manifestano in maniera straordinaria quello che invece nel paese è la normalità. Quando commettiamo un peccato mortale purtroppo è così anche per noi: non abbiamo più niente in comune con il nostro Signore. Quando commetti un peccato mortale vai il prima possibile a confessarti o lasci passare alcune settimane?